Museo dei Piceni

La Sala Archeologica di Palazzo Cassi mostra reperti provenienti dall’abitato protostorico e dal sepolcreto piceno di San Costanzo, localizzati entrambi in contrada Rio, l’uno in prossimità dell’altro, sulla propaggine collinare naturalmente difesa tra le valli dell’Inferno e dei Preti.


L’abitato è quasi unicamente testimoniato da frammenti di vasi in ceramica, raccolti per lo più nei campi arati, e a giudicare da essi deve avere avuto una durata piuttosto lunga, quasi millenaria, dalla tarda età del bronzo, fino al V/IV secolo a.C, periodo quest’ultimo al quale si datano sia alcuni frammenti di ceramica attica a vernice nera che due fondi di coppette in ceramica grigia con graffiti alfabetici etruschi.

Il Sepolcreto, invece, è documentato solo per il periodo attorno all’VIII secolo a.C e di poco successivo, con tombe ad inumazione in semplice fossa nella nuda terra e corredi funerari come si conoscono non solo per la ben più nota - e non lontana - necropoli picena di Novilara, ma anche in quella più di recente esplorata a Montedoro di Scapezzano, subito al di là del Cesano.
Gli oggetti della necropoli di Contrada Rio, che qui si espongono, provengono in parte dagli scavi che la Soprintendenza vi condusse nel 1920 e per il resto da acquisti e sequestri - dallo stesso ufficio operati a partire dal 1899 - di quanto i contadini, che effettuavano i rinvenimenti scavando a mano soprattutto per i filari di vite, passavano ai padroni dei fondi e a vari raccoglitori.

 

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