Cerasa

Tra ciliegie ed arte

Cos'è e dov'è

A pochi chilometri da Fano e incuriosito dall’origine del suo antico nome , Ceregia, mi muovo per queste campagne dove l’occhio sembra non trovare fine. Mi si rivela questo fantastico castello, nel cui interno venne edificata la Chiesa di San Lorenzo, la quale conserva un importante organo settecentesco di Gaetano Callido. E’ un vero e proprio luogo di quiete. Tradizione, gastronomia e storia non mancano e sono una combinazione dell’identità di questa gemma. A proposito, Ceregia perchè fu ricostruito sul monte che includeva la presenza di alberi di ciliegio.

Perché è speciale

La grande sorpresa di una veduta panoramica dove la sguardo si perde in un mare di verde, ricco di coltivazioni come olivi, vigneti, cereali, marca il buonsenso dell’opera dell’uomo ed è in questo momento che la natura ci consegna quel senso di libertà e ci fa sentire grandi. È bello passeggiare per gli eterni stradini del borgo dove il sole non entra, ma ti senti pervaso da un sentimento che scalda l’anima.

Un po' di storia

Le prime notizie ci riportano a un documento del 1156. L’originario castello fu distrutto e ne venne costruito un altro sulla sommità della collina che aveva nome Monte della Ceregia e da qui l’attuale Cerasa. Nel corso del ‘400 non esitò a sfidare la vicina San Costanzo e la potente Fano malatestiana. Nel 1463 assieme a Mondavio e Senigallia, si trova per signore Antonio Piccolomini, già duca di Amalfi, ma , con la morte dello zio Papa Pio II, Cerasa entra nel novero dei domini fanesi. Le antiche mura medievali, perfettamente intatte, avvolgono come in un abbraccio questo piccolo e incantevole borgo.

Curiosità

L'organo custodito in San Lorenzo ha una storia interessante: fu costruito da Gaetano Callido, organaro attivo nel '700 e molto apprezzato non solo nella Repubblica di Venezia, ma anche nelle Marche e addirittura ad Istambul. A questo strumento è legata una testimonianza curiosa sulle vicende di un organista di Cerasa che qualche secolo fa, stanco di non essere pagato per il suo servizio, minacciò di non suonare più. Perfino il parroco scrisse ai rappresentanti della comunità per perorare la causa del povero organista.

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